Oltre mille templi costellano l’Isola di Bali ma ognuno ha una propria storia e specificità. Il Pura Sada Kapal rimane impresso nella memoria per alcune sue caratteristiche architettoniche che ne fanno un unicum. Costruito durante il regno di Mengwi è il più antico dei santuari dell'epoca, risalente probabilmente al XVIII secolo o forse ancora antecedente, valutazione difficile visti i numerosi rimaneggiamenti. Dopo un periodo di semi abbandono il tempio subì un colpo fatale con il terremoto del 1917 che ne distrusse la quasi totalità. Fu ricostruito intorno al 1949 grazie a JG Krijgman con l'aiuto della comunità locale che spontaneamente contribuì al suo restauro, in particolare con la partecipazione di I Made Nama, una delle persone che meglio ricordava la struttura del tempio prima che si verificasse il terremoto. Dopo il restauro il tempio era alto 16 metri ma rimanevano ben impressi alcuni elementi dello stile giavanese come il Candi Bentar, o l'ingresso al tempio decorato con piccole nicchie che un tempo ospitavano ceramiche cinesi ornamentali. Dedicato alla Trinità indù di Bhrahma, Vishnu e Shiva, il Pura Sada Kapal presenta all'interno del parco che lo circonda numerosi piccoli "sedili" chiamati satia (fedele) che commemorano antichi guerrieri morti in battaglia.
Scritto dallo studioso balinese I Made Bandem e dallo storico dell'arte americano Bruce W. Carpenter, questo splendido studio sulle maschere come antica forma d'arte è un libro riccamente illustrato, con oltre 1000 immagini a colori del fotografo Doddy Obenk.
Dedicato alla coltivazione del riso e alla protezione dell'isola dagli spiriti, è un tempio dalle caratteristiche strutturali diverse dagli altri luoghi sacri di Bali. La sua posizione è strategica per la centralità e la frescura.
Da bevanda tradizionale a vero e proprio simbolo nazionale, l’arak è così importante a Bali da essere usato non solo nelle occasioni intime e meno ufficiali come i momenti di gioia in famiglia e nelle conversazioni tra amici, ma anche nelle cerimonie religiose.