Se le danze balinesi fanno parte di una conoscenza della cultura locale imprescindibile nella visita all’Isola degli Dei è necessario capire che ognuna di esse ha una funzione specifica ed è legata ad eventi e divinità diverse. È il caso della Sanghyang Dedari, una delle danze balinesi dichiarate Patrimonio Universale dall’Unesco, non una semplice manifestazione folkloristica ma un vero e proprio esempio di misticismo. La leggenda narra che delle fanciulle stessero cantando e ballando vicino ad un tempio durante un’epidemia e che una di loro fu posseduta da uno spirito. Da allora la danza fu considerata salvifica contro catastrofi o epidemie e viene eseguita specificatamente in una serie di cerimonie sacre. La solennità che circonda la danza è dovuta proprio all’estasi che devono raggiungere le danzatrici, ragazze in età prepuberale, o i danzatori coinvolti in una specie di trance collettiva che amplifica l’atmosfera spirituale della cerimonia. Accompagnati dalla musica del Gamelan Palegongan le danzatrici si muovono quasi inconsapevolmente sulle spalle dei loro portatori, uomini che le trasportano al luogo prescritto per la danza vera e propria durante la quale avviene il processo di purificazione. Anche gli altri danzatori si alzano e ballano ad occhi chiusi partecipando al rituale che si conclude con la ripresa di coscienza delle danzatrici asperse con dell'acqua.
Il capodanno cinese saluta l’arrivo dell’Anno del Drago
Seppur in prevalenza di religione induista, Bali ospita un'importante comunità cinese che in occasione del capodanno organizza eventi dall’estetica unica con un mix di tradizioni cinesi, fascino balinese e cucina fusion.