Mo Yi è un fotografo sperimentale e di avanguardia che ha sfidato la tradizione documentaria, la rigida precisione tecnica e le idee di composizione-autorialità insite nella fotografia cinese. Nell’arco della sua prolifica carriera da outsider ha sperimentato stili diversi, privilegiando sempre la ricerca delle potenzialità alternative proprie e del mezzo, l’apparecchio fotografico. Ha creato immagini senza guardare attraverso il mirino e posizionando la fotocamera dietro il collo, o fissata ad un bastone per permettergli di fotografare a livello del suolo mentre camminava. UCCA Beijing presenta la prima importante retrospettiva di Mo Yi. Oltre 150 fotografie in bianco e nero e a colori provenienti da serie iconiche come 1M Behind Me (1988), Tossing Bus (1989), Landscape from the Bus (1995), I am a Street Dog (1995), Dancing Streets (1998) e numerosi autoritratti (1987-2003), sottolineano il carattere preveggente dell’artista all’interno della fotografia e dell’arte sperimentale cinese. Numerosi materiali d'archivio come libri fotografici fatti a mano, collage e provini originali, esposti per la prima volta, completeranno le installazioni fotografiche e contribuiranno a una comprensione più profonda del suo processo artistico.
La scultura può sopravvivere in un'epoca dominata dalla manifattura e dalla produzione di massa?
Una domanda sfidante a cui Nabuqi prova a dare un risposta in una mostra sperimentale di ricerca che mappa i vari punti di snodo nella carriera di un artista a metà del suo percorso.
Vedere ed essere visti, nei linguaggi dell'arte contemporanea
Con più di 70 opere di 13 artisti, la mostra rivela il panorama culturale dell'arte contemporanea sotto diversi punti di vista, toccando le relazioni tra uomo e uomo, uomo e natura, così come tra uomo e società.
Il grande spettacolo musicale e di danza "Confucio" racconta il viaggio del grande filosofo negli antichi stati cinesi. Nel 497 a.C. Confucio lasciò lo stato di Lu, iniziando il suo viaggio di 14 anni in altri stati per promuovere le sue idee filosofiche.
L'indagine di Wu Chen è incentrata sul "potere", cioè sull'impressione psicologica che l'arte esercita su chi la osserva. Una serie di opere racconta la nuova sfida dell'artista.