Indirizzo: Chaoyang District, 2 Jiuxianqiao Street, 798 Art District
Operaia fino a quando una grave forma di artrite reumatoide non l’ha costretta a ritirarsi, Guo Fengyi (1942 - 2010), compianta artista cinese autodidatta, ha dedicato la sua vita personale e professionale a trovare una connessione tra io e universo, diventando autrice di visioni in cui il corpo umano e i suoi meridiani non sono niente altro che la trasposizione di un ordine cosmico sotteso a tutte le cose ma spesso invisibile ai più. Nella sua pratica sono evidenti i riferimenti al qigong, una secolare combinazione cinese di meditazione, movimento e respirazione, nonché disciplina che Guo ha approcciato nel tentativo di guarire se stessa. Le opere su carta di Guo di piccole e grandi dimensioni sono state realizzate quasi in uno stato di “meditazione mistica”: l’artista guidata da un’intuizione, un’illuminazione temporanea era solita descrivere sotto forma di breve testo o appunto il soggetto di un nuovo disegno, per poi intraprendere un percorso emozionale che la conduceva verso la realizzazione dell’opera senza saperne l’esito a priori. Creature mitologiche, corpi che diventano paesaggi, elementi che evocano Il Libro dei Mutamenti sono i soggetti del lavoro di Guo Fengyi, la cui poetica si apre a possibilità inaspettate, dischiudendo un micro universo in diretta comunicazione con il macro universo di cui l’uomo è parte integrante.
La mostra si inserisce nelle celebrazioni del centesimo anniversario della fondazione dell’Università Tsinghua, uno degli atenei più prestigiosi di tutta la Cina.