Zaha Hadid e il suo contributo al tessuto urbano contemporaneo della capitale cinese

Zaha Hadid e il suo contributo al tessuto urbano contemporaneo della capitale cinese
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Passeggiando per Pechino, percorrendo in auto le sue brulicanti arterie non è raro trovarsi di fronte ad edifici dai volumi continui, dalle linee arrotondate e fluide che si ergono come totem contemporanei in punti strategici o che lo sono diventati grazie alla loro presenza. Si tratta degli interventi urbani di Zaha Hadid Architects che in questi anni hanno contribuito a creare nuove spazialità e nuove modalità di fruizione dell’ambiente urbano e delle sue diverse funzioni: Wang Jing Soho, Galaxy Soho, il nuovissimo Leeza Soho e Daxing International Airport sono alcuni esempi. Wang Jing Soho, un complesso dalle diverse destinazioni d’uso, si erge con i suoi tre “picchi montuosi” affacciati su una piazza interna con fontane: il costante scambio tra ambito ludico, ricreativo, abitativo e lavorativo ha creato un nuovo senso di vicinato e interazione favorito anche dalla presenza di un parco pubblico di oltre 60.000 metri quadrati. Galaxy Soho, situato a pochi metri dalla Via Chang’An che collega Pechino da Est a Ovest passando a Sud della Città Proibita, invece, ripensa al tradizionale cortile cinese, utilizzando geometrie prive di angoli e all’insegna della continuità tra interno ed esterno. Ma è in Leeza Soho che l’architettura sfida la gravità ottenendo un primato: l’edificio ospita l’atrio più alto del mondo. Posizionato a 194 metri di altezza, l’atrio collega le due torri che costituiscono la struttura. L’atrio è anche il punto di raccordo tra l’interno con i suoi uffici e la fitta rete di comunicazioni che scorre alla base di Leeza Soho. Un’aggiunta alle infrastrutture di Pechino è Daxing International Airport, aeroporto che vanta il terminale più grande del mondo e una struttura futuristica, in cui natura ed artificio si incontrano per dare vita ad un organismo a forma di stella marina polifunzionale e avveniristico.
Manuela Lietti - © 2022 ARTE.it per Bulgari Hotel Beijing