I misteriosi tetti della Città Proibita (a prova di incendio)

I misteriosi tetti della Città Proibita (a prova di incendio)
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La Città Proibita è il più grande e antico complesso di palazzi in legno esistente al mondo. Nonostante la loro austerità li faccia apparire come eterni e immutati, l’intero sito è stato costantemente minacciato da un antico nemico: il fuoco. Basti pensare che appena dopo il suo completamento, la città imperiale fu colpita da un fulmine e tre edifici principali, tra cui la Sala dell'Offerta per il Paradiso (ribattezzata poi Sala della Suprema Armonia), finirono letteralmente in cenere. Per questo motivo, oltre ai grandi recipienti d'acqua sempre pieni, disposti ad ogni angolo delle corti, nel tempo fu necessario pensare a diverse soluzioni per prevenire incendi causati da candele, braci, stufe, fuochi d’artificio e, soprattutto, dai fulmini. I più terribili e imprevedibili. Come da tradizione, ci si affidò prima di tutto alla buona sorte. Un intero esercito, pronto a difendere il palazzo da eventi sfortunati: i tetti furono adornati con mattonelle smaltate dorate (diventate simbolo del potere imperiale) realizzate con figure di animali beneauguranti presenti in numero maggiore a seconda dell’importanza della funzione dell'edificio. La processione delle bestie fortunate sui timpani si compone di tartarughe, cavallucci marini, capre, cavalieri mitologici a bordo di fenici e, soprattutto, draghi. I Signori del Cielo, capaci di scatenare la pioggia. Nonostante queste “precauzioni”, il problema degli incendi rimase grave e persistente, tanto che già dalla prima Dinastia Qing, alla fine del XVII secolo, si pensò di ricorrere a metodi più scientifici. Fu così che, già all’epoca, comparirono i primi, rudimentali dispositivi anti-fulmine: sulle cornici di alcune sale del palazzo, si possono ancora notare figure simili ad animali, nell’atto di allungare le loro lingue, realizzate in ferro. Ogni lingua è collegata da un filo di ferro, che corre dal tetto, lungo il pilastro, fino alla terra. Un vero e proprio prototipo di parafulmine, che ancora oggi circonda le statue e i tetti dei palazzi. Purtroppo, anche questo sistema non riuscì a salvare il cuore dell’Impero dalla minaccia dell’antico nemico, che tornò a colpire, per l’ultima volta, nel 1923, danneggiando il Padiglione nel Giardino Jianfu.
Chiara Vedovetto - © 2020 ARTE.it per Bulgari Hotel Beijing