Fondata nel 1911, l’Università Tsinghua a Pechino non è solamente il luogo ideale per un’educazione votata all’eccellenza - non a torto è considerata l’Harvard cinese - ma anche per una passeggiata tra aree verdi ed esempi di architetture che sono il lascito di diverse epoche storiche. L’unicità del Campus deriva dal luogo in cui l’università è sorta - i Giardini Imperiali di epoca Qing - ma anche dalle numerose strutture che, aggiunte nelle diverse fasi di sviluppo del complesso, gli hanno conferito una ricca stratificazione storica ed architettonica, rendendolo un museo a cielo aperto, il luogo in cui natura, storia e innovazione si integrano. In questo hub ideale per lo studio e la ricerca, le aule, le sedi delle diverse facoltà, le aree ricreative, tutto parla dell’evoluzione di questa istituzione proprio come l’edificio Tsinghua Xuetang, la cui costruzione è iniziata nel 1909 quando il governo della Dinastia Qing ha allocato l’area dedicata alla costruzione del Campus Bureau of Educational Mission degli Stati Uniti. Questo raro esempio di architettura appartenente al primo gruppo di aule è situato a pochi passi dall’Auditorium, opera del 1921 di un architetto americano e progettato per rispecchiare quello dell’Università della Pennsylvania. Circondato da un colonnato in stile greco e romano, è uno degli edifici più iconici, è il cuore dell’Università insieme alla porta situata a Sud del grande prato posto di fronte all’Auditorium e che era l’accesso storico all’area, la linea di confine tra la tranquillità del Campus e la frenesia della città. I segni delle architetture di epoca Qing sono visibili anche nel complesso Gongziting e nel suo giardino tradizionale che vanta 400 anni di storia. Ma il Campus è anche costellato da edifici contemporanei, come il nuovo Museo dell’Università situato a pochi passi dall’Accademia di Arte e Design e la Biblioteca, entrambi progettati dallo svizzero Mario Botta. Per una passeggiata immersi in un Campus in cui ogni edificio è la trasposizione dell’intersecarsi di storie personali e collettive.
Una grande mostra per raccontare l'Iran, un paese situato nell’Asia occidentale, che ospita un’antica e profonda civiltà, le cui radici risalgono a migliaia di anni fa. Il paese ha visto l'ascesa e la caduta di dinastie influenti come gli Achemenidi, i Parti e i Sassanidi, ognuna delle quali ha lasciato un'impronta significativa sulla scena mondiale.
Alla HdM Gallery di Pechino, un mostra monografica dedicata all'artista spagnola Marcella Barceló che ha come temi centrali l'immaginazione, il sogno, l'infanzia.
Un viaggio da William Morris a Charles Rennie Mackintosh alla scoperta delle meravigliose decorazioni di tessuti ed oggetti del movimento Arts and Crafts.
Una nuova mostra monografica dedicata all'artista cinese Miao Miao. Opere enigmatiche su carta e tela, caratterizzate da composizioni insolite, un uso ipnotizzante di colori e forme e idee pittoriche sorprendenti. Il suo approccio intuitivo e coraggioso offre uno sguardo nuovo e non covenzionale per raccontare il tempo della quotidianità.