Questa di Shama Al Hamed è la prima mostra personale, curata da Walter Willems, ospitata a Dubai. Una collezione di dipinti, sculture e installazioni che offre un'esplorazione personale del viaggio dell'artista, offrendo spunti sulle esperienze formative e sulle emozioni che hanno plasmato la sua pratica creativa e la sua prospettiva artistica. Shama in questa mostra usa la metafora del salto come simbolo di movimento, attraverso il tempo, la memoria e l'emozione. “Questo corpus di opere è una narrazione visiva di resilienza e trasformazione - ha spiegato Shama Al Hamed - dove ogni pezzo rappresenta un salto, un momento di ricerca e un abbraccio dell'incertezza che alimenta la mia crescita". Tema ricorrente nel suo lavoro è l'integrazione di modelli architettonici, derivati da fotografie di edifici che hanno incorniciato la sua infanzia. Progetti, trasformati attraverso la ripetizione e l'astrazione, che evocano ricordi e l'influenza degli spazi fisici sulla sua visione creativa.
Una mostra "istantanea", nata da un senso di urgenza: il tema è la visita e la rivisitazione, sull'essere fisicamente presenti nello spazio, con le tracce lasciate dagli artisti che in quello spazio sono stati, o accenni di quelli che ci saranno.
Adrian Pepe lavora con la lana delle pecore Awassi, un'antica razza allevata in Mesopotamia per oltre 5000 anni. Una materia che rivela un ecosistema e descrive il processo di trasformazione di un vello - da lana, parassiti, insetti e materia vegetale - in "tela" per l'artista.
Ispirata alla poesia Balqis di Nizar Qabbani, la mostra riflette sull'esilio, la guerra e i cambiamenti irreversibili portati dallo sfollamento. The Unseen Presence amplia il paradosso della memoria andando oltre la dimensione di lutto per esplorare la persistenza della storia in realtà fratturate, identità mutevoli e paesaggi in evoluzione.
Grazia, dolore, amore. Sono le tre parole chiave con cui si apre a Dubai la nuova esposizione del pittore, musicista e artista performativo iraniano Reza Derakshani.