Solo da Selfridges, un ascensore verso i sogni

Solo da Selfridges, un ascensore verso i sogni
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Quando Henry Gordon Selfridge costruì il suo grande magazzino nel West End, per i londinesi lo shopping non fu più lo stesso. Primo a comprendere che fare spese poteva essere un’esperienza divertente, seducente e multisensoriale, l’imprenditore di origine statunitense fu un vero pioniere. Il maestoso edificio edoardiano di Oxford Street rifletteva perfettamente la personalità del suo fondatore, che di modesto aveva solo l’altezza. Quando la televisione ancora non esisteva e il cinema muoveva i suoi primi passi, Selfridge intratteneva la clientela meglio di un’esposizione e quasi come in una sala da ballo, con un occhio particolare alle signore. I suoi magazzini, era solito dire, erano “la terza attrazione turistica della capitale” dopo l’Abbazia di Westminster e la Torre di Londra. La cura per l’allestimento delle vetrine, “l’angolo delle occasioni”, l’abitudine di posizionare profumi e cosmetici immediatamente dopo l’ingresso sono solo alcune delle innovazioni che dobbiamo a lui. Il segreto era offrire un sogno ad ogni avventore e, soprattutto, non fermarsi mai. Nel 1928, per esempio, a Oxford Street furono installati ascensori che da soli valevano la visita: i clienti si ritrovarono ad andare su e giù per i reparti all’interno di scatole in bronzo e ghisa disegnate da Edgar William Brandt. Oggi è possibile ammirarli in tutto il loro splendore al Museum of London, con tanto di decorazioni ispirate ai segni zodiacali e cigni esotici di gusto giapponese.
Francesca Grego - © 2020 ARTE.it per Bulgari Hotel London