Joseph Mallord William Turner, <em>The Battle of Trafalgar, as seen from the mizen starboard shrouds of the Victory</em>, 1806-1808, Tate, accettata dalla nazione come parte del lascito Turner 1856 | Courtesy of Tate London
In che modo il fermento dei nuovi tempi, con il passaggio dalla vela al motore, dalla manodopera alla meccanizzazione, accanto alle guerre, alle rivolte sociali, ha lasciato traccia sulla tela di Turner? Lo racconta una mostra in programma alla Tate, esplorando il fascino esercitato sul pittore dall'industria e dalle infrastrutture, i nuovi elementi del paesaggio britannico, a partire dal 1790, quando Turner si affaccia per la prima volta alla vita contemporanea da giovane pittore. Un percorso che include 160 opere chiave, tra dipinti e disegni, ripercorre anche i tempi turbolenti della Gran Bretagna e non solo, tra lotte per l'indipendenza esplose in tutto il mondo, il capitalismo finanziario, le guerre rivoluzionarie francesi e napoleoniche. L’artista che ha voluto immortalare un frammento di storia in The Battle of Trafalgar (1806-1808) e in Field of Waterloo (1818), senza tralasciare aspetti della vita e del lavoro in Gran Bretagna prima, durante e dopo il conflitto, si racconta al pubblico anche attraverso alcuni personali ricordi di guerra, le riflessioni su Nelson, Wellington, Napoleone, o ancora su soldati e civili. Il pensiero di Turner sulle riforme sociali, i suoi mutevoli atteggiamenti nei confronti della politica, le idee sul lavoro e sulla schiavitù accompagnano nel percorso capolavori come The Burning of the Houses of Lords and Commons del 1835, mostrando il suo interesse verso gli eventi politici contemporanei. In mostra anche A Disaster at Sea (1835) e Wreck of a Transport Ship (1801), ambiziose raffigurazioni di catastrofi marittime.
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