Sulle tracce di Oscar Wilde

Sulle tracce di Oscar Wilde
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Londra, febbraio 1892: le ruote di una carrozza stridono sulla strada umida, illuminata da lampioni a gas. Una risata femminile risuona all’ingresso posteriore del Saint James Theatre: è l’attrice Lillie Langtry, “la più bella donna d’Europa” secondo l’esigentissimo Oscar Wilde. Jersey Lily - così la chiamano - è pronta per una grande serata: sta per alzarsi il sipario sul Ventaglio di Lady Windermere. Al centro della capitale il passato è sempre in agguato: basta girare l’angolo in una stradina laterale e una vecchia storia balza fuori inaspettata. Per lanciarsi sulle tracce dello scrittore vittoriano, l’ideale è partire dalla sua libreria preferita, l’Hatchards Bookshop di Piccadilly: fondata nel lontano 1797, è la più antica di Londra e tuttora rappresenta un paradiso per bibliofili e collezionisti. A Mayfair, invece, l’indirizzo giusto è la Royal Arcade, dove il dandy impenitente era solito acquistare i suoi famosi garofani verdi - forse un simbolo segreto di omosessualità - e le ricercate sigarette turche con l’estremità in foglia d’oro. E se davanti all’imponente edificio dell’Old Bailey, nei pressi della Cattedrale di Saint Paul, immaginiamo Wilde intento ad affrontare lo scandalo del “processo del secolo”, al Saint James lo ritroviamo tra gli applausi alla prima dell’Importanza di chiamarsi Ernesto. La casa di Algernon, il protagonista, è ispirata a un’abitazione realmente esistita: corrisponde al numero 14 di Half Moon Street, domicilio di uno storico amante del drammaturgo, il giornalista Robert Ross. Il 34 di Tite Street, nell’elegante quartiere di Chelsea, è invece la culla del Ritratto di Dorian Gray: qui Wilde visse a lungo con la moglie e i figli, a due passi dalla casa del giudice che l’avrebbe condannato.
Francesca Grego - © 2021 ARTE.it per Bulgari Hotel London