Arte come terapia nelle fotografie di Nidaa Badwan

Arte come terapia nelle fotografie di Nidaa Badwan
#Exhibitions
Nidaa Badwan, Cento giorni di solitudine - 18, 2016 | Foto: © Nidaa Badwan | Courtesy Nidaa Badwan e Galleria Fumagalli

Arte come terapia, come via di fuga dall’individualismo imperante nella società moderna. Per Nidaa Badwan, artista palestinese con cittadinanza italiana, attualmente residente nelle Marche, l’arte è un modo per lenire il dolore esistenziale. L’artista riprende una credenza tradizionale araba per cui ogni persona porta con sé una pesante eredità frutto del trascorso emotivo di sette generazioni di ascendenza matrilineare. Tale ereditarietà si mescola, inoltre, alle emozioni e agli stati d’animo trasmessi direttamente dalla madre al bambino durante il periodo di gestazione. Per ribellarsi ad una condizione non scelta, per emanciparsi dalle tenebre della sofferenza e rompere la catena dell’ereditarietà, l’artista aspira alla propria rinascita che diventa un tema universale. Alla Galleria Fumagalli la prima personale di Nidaa Badwan espone una serie inedita di fotografie che ripercorrono simbolicamente l’esperienza intima dell’artista dal suo concepimento nel 1986 alla sua nascita nel 1987.
Viola Canova - © 2024 ARTE.it per Bvlgari Hotel Milano