Oltre l’eccentrico: lo stile inconfondibile di Anna Piaggi, regina di eleganza

Oltre l’eccentrico: lo stile inconfondibile di Anna Piaggi, regina di eleganza
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Fosse stata una corrente artistica la immagineremmo un po’ Dada un po’ Futurista, con il suo linguaggio dirompente e una cultura profonda nascosta sotto un tessuto di lievità-vanità quasi bambina. Una ciocca di capelli blu, due pomelli arancio sulle gote, un’ardita collezione di cappelli e, nell'armadio, oltre mille "pezzi", come le piaceva definirli, bottino raffinato delle più importanti collezioni di alta moda al mondo. È stata un monumento Anna Piaggi, la “variabile impazzita”, come la chiamava Franca Sozzani, la visionaria della moda, e pasionaria al tempo stesso, battaglia storica vivente, nelle sue mise fantasiose, tra presente e passato, punk e indiani d'America. Icona della moda dagli anni Sessanta al Duemila, amica di stilisti come Gianni Versace e Karl Lagerfeld, che ne fece la sua musa, imprimendone il volto in abiti e accessori, Anna Piaggi è stata una delle voci più altisonanti del fashion-system internazionale, con i suoi outfit che assecondavano esigenze e sensazioni, simili a opere d’arte, eppure mai “too much”. Con la sua collezione di oggetti e capi antichi, frutto dei suoi viaggi, scoprì e coniò per la prima volta la parola “vintage”. I tailleur Chanel, il blouson John Galliano con gazette, la cappa anni Venti, i cappelli di crine, la sua inseparabile Olivetti Valentine. Ma soprattutto i suoi abiti da indossare su un palcoscenico astratto ideale, fantasiosa interpretazione che ha come finalità una provocazione moderna. Una passione per il travestimento, nata e maturata da un vecchio costume di Carnevale da olandesina, e poi il collegio, il liceo classico, la voglia di evadere, i Sessanta di Arianna, il primo periodico femminile pioniere nel settore, fino all’immensa storia d’amore con Vogue. Tra le pagine della rivista, nella rubrica da lei curata "D.P. Doppie Pagine di Anna Piaggi", i contributi di questa giornalista che inventò il mestiere della redattrice di moda, divennero celebri. Più che articoli, i suoi erano collage di parole, idee e immagini che illustravano le connessioni tra le creazioni stilistiche più diverse.
Francesca Grego - © 2021 ARTE.it per Bulgari Hotel Milano