Una chiamata alle armi, con, al posto dei proiettili, l’amore che, come l'arte, rappresenta un efficace strumento di trasformazione, contribuendo a cambiare il mondo “una percezione alla volta". Ad invocarla l’artista mistico, un po’ sciamano e alchimista, ora punk e poeta, Kendell Geers. L’artista e attivista sudafricano presenta al pubblico della M77 la mostra OrnAmenTumEtKriMen, a cura di Danilo Eccher. Si tratta di un itinerario concepito per dialogare con gli interni della galleria, nel quale, l’incontro di materiali diversi e il forte impatto creato dal sapiente uso di colori e motivi, scardina le credenze care all'osservatore immerso in un ambiente che, nella sua apparente bellezza, si rivela in realtà inospitale e potenzialmente pericoloso. Il titolo della mostra dedicata all’artista impegnato nella lotta contro l'apartheid si basa sul saggio del 1908 Ornamento e Delitto dell'architetto austriaco Adolf Loos. Il pioniere dell'architettura moderna aveva stigmatizzato gli ornamenti sulle facciate degli edifici, considerati un eccesso inutile, a tratti pericoloso, e orientando il corso dell'architettura verso il concetto di funzionalità. Per M77, Geers sposa l'eredità culturale di Loos interrogando i linguaggi del minimalismo e il modello della galleria White Cube, gettando l'estetica contro un muro di mattoni. Storia personale e politica, poesia e miseria, violenza e tensione erotica caratterizzano le opere di Geers che fa uso di oggetti di uso comune per sconfinare poi nella performance e nel video, procedendo lungo una continua giustapposizione di materiali eterogenei, dai mattoni al neon, passando per la pittura.
Come un cortocircuito. Chen Zhen all’HangarBicocca
Venti grandi installazioni per raccontare il Maestro delle trans-esperienze: gli oggetti del quotidiano si trasfigurano in un percorso immersivo tra Oriente e Occidente.
Persone, paesaggi e oggetti riconquistano il centro della tela. Dopo anni di astrazione, gli artisti tornano a raccontare il mondo attraverso la figura.