Lucio Fontana e Milano

Lucio Fontana e Milano
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Dai primi studi all’Accademia di Brera all’atelier in Corso Monforte, che lascerà solo nel 1968 per trasferirsi a Comabbio, c’è un legame, non troppo sottile e straordinariamente fruttuoso, che unisce il Maestro dei tagli a Milano. Il filo che lega la città all’artista argentino, milanese d’adozione, inizia a tendersi quando il giovane Lucio viene mandato a studiare in Italia, affidato allo zio di Castiglione Olona, in provincia di Varese. Si rafforzerà nel 1927 con l’iscrizione all’Accademia di Brera e con il diploma, nel 1930, sotto la guida di Adolfo Wildt. L’influenza del Maestro risulta ancora evidente in alcune realizzazioni per il Cimitero Monumentale di Milano. È alla città lombarda che il fondatore del Movimento Spazialista deve i suoi più grandi successi, a cominciare dalla sua prima personale alla Galleria del Milione, nel 1930, dove con Uomo nero (1930) prende le distanze dal Maestro. Le sperimentazioni formali proseguono nel 1940 con l'inaugurazione della prima opera di vocazione ambientale: il fregio Volo di Vittorie sul soffitto del Sacrario dei Martiri Fascisti, in Piazza San Sepolcro. Dopo la nascita del primo Manifesto dello Spazialismo, un’altra Galleria, questa volta quella del Naviglio, sarà testimone di un nuovo successo: l’emblematico Ambiente spaziale a luce nera, dove una serie di elementi fosforescenti e fluttuanti sono appesi al soffitto dello spazio espositivo completamente nero. Il 1949 si chiude con la partecipazione al concorso per la V Porta del Duomo di Milano, indetto dalla Veneranda Fabbrica del Duomo. Il suo modello spiccava per originalità inventiva e compositiva, con gli episodi che fluivano in una narrazione libera, a tessere un’«arte novissima». La monumentale Pala dell’Assunta è una delle tante opere realizzate da Fontana per la Veneranda Fabbrica. Nel 1963 sarà la Galleria dell'Ariete ad esporre Fine di Dio, una serie di tele di forma ovale, monocrome o cosparse di lustrini, solcate da buchi e lacerazioni. Il 1966 è l’anno dei grandi successi internazionali, dal Walker Art Center di Minneapolis alla Marlborough Gallery di New York. Solo due anni dopo l’artista lascerà definitivamente la “sua” Milano per raggiungere Comabbio, e non farvi più ritorno.
Samantha De Martin - © 2020 ARTE.it per Bulgari Hotel Milano