Il tappeto di caccia: un esemplare unico del XVI secolo proveniente dalla Persia occidentale

Il tappeto di caccia: un esemplare unico del XVI secolo proveniente dalla Persia occidentale
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Rami fioriti, nastri di nuvole, peonie, fiori di loto fanno da cornice ad un corteo di figure, minuziosamente ritratte, intente a dare la caccia a leoni, gazzelle, piccole volpi, asini selvatici. Non siete amanti dei tappeti? Vi ricrederete. Perché quello custodito al Museo Poldi Pezzoli, uno dei più straordinari al mondo, saprà senz’altro sorprendervi. Innanzitutto perché è uno dei rarissimi tappeti persiani firmati e datati. È stato tessuto tra il 1542 e il 1543 e proviene dalla Persia occidentale. Le sue grandi dimensioni e le scene di caccia con raffigurati animali reali e fantastici, suggeriscono una committenza regale, forse dello stesso Scià, ed è in dimore regali italiane che fu conservato dal XVI secolo fino al 1927, quando questo varcò le collezioni del museo milanese dopo essere appartenuto ai Medici e ai Savoia. Sette metri per tre metri e mezzo, un disegno simmetrico e speculare con al centro un medaglione a sedici lobi con un motivo replicato agli angoli, il fondo rosso, coperto da una griglia di rami con i fiori circondati da uccelli in volo, forse fenici: eccolo il tappeto dei sogni, con, alle due estremità, il medaglione con cartiglio e un pendente che ricorda le lampade delle moschee. Ma a travolgere l’occhio è la battuta di caccia, un trionfo magnetico di fanti e cavalieri, e cavalli in corsa minuziosamente descritti. Lo guardo vi si insinua e raggiunge i personaggi, armati di frecce e stretti in giacche colorate, sul capo turbanti e pennacchi rossi, ciascuno con un’espressione che tradisce le emozioni dei volti. Oltre a rappresentare l’attività più amata dagli Scià, idoneo addestramento alla guerra, la caccia simboleggiava anche la lotta tra il bene e il male, tra istinto e ragione. Simboli del recinto dello spazio sacro o di quello regale, icone del potere, i tappeti erano spesso oggetto di doni diplomatici. E potrebbe essere un dono anche il Tappeto di caccia.
Francesca Grego - © 2021 ARTE.it per Bulgari Hotel Milano