La Cappella Sant’Aquilino torna al suo antico splendore

La Cappella Sant’Aquilino torna al suo antico splendore
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“Una delle più belle chiese del mondo”: così appariva agli scrittori del Medioevo la Basilica di San Lorenzo Maggiore, straordinaria testimonianza degli anni in cui Milano fu capitale dell’Impero Romano d’Occidente. Siamo abituati a guardarla dall’esterno, passeggiando tra le colonne che sono ormai un simbolo della movida, e invece San Lorenzo ha in serbo tesori sorprendenti. Come la Cappella di Sant’Aquilino, appena uscita da un complesso intervento di restauro. Architettura, pitture murali e pregevoli mosaici ne fanno una delle più significative testimonianze della Milano romana e paleocristiana. L’origine della Cappella precede la costruzione della Basilica: nacque come mausoleo imperiale probabilmente grazie alla regina Galla Placidia, per poi essere dedicata a San Genesio e, infine, al sacerdote e martire Sant’Aquilino, di cui conserva le spoglie in un’urna di argento e cristallo di rocca. Dall’originaria struttura ottagonale intervallata da nicchie, fino agli affreschi dell’abside e agli stucchi della cupola, visitare la Cappella significa immergersi in un tempo lontano. Ma nulla eguaglia lo splendore dei mosaici, che all’origine ricoprivano quasi integralmente le pareti con la rappresentazione della Gerusalemme Celeste e le figure a grandezza naturale dei Patriarchi d’Israele, degli Apostoli e dei Martiri, tra pilastri dorati tempestati di gemme.
Francesca Grego - © 2020 ARTE.it per Bulgari Hotel Milano