Ogni opera d’arte, si sa, è sempre una sorpresa. Ma lo è ancora di più quando, cani, gatti, serpenti, uccelli, scimmie cedono il posto ad animali più rari, come i rospi. Se il rospo poi è piazzato dall’artista sul dorso, proprio sotto la figura dell’Arcangelo Michele, il mistero si infittisce e accresce la curiosità. Ma cosa rappresenta questo animale? Alla Pinacoteca Ambrosiana, la Madonna in trono con il Bambino tra Sant’Ambrogio e San Michele o Madonna delle Torri, capolavoro del Bramantino risalente agli inizi del XVI secolo, comunica, dal punto di vista contenutistico, una chiara presa di posizione contro il timore dell’eresia. A simboleggiare evidentemente la totale sconfitta del male per mezzo della fede. Una Vergine seduta su un monumentale seggio marmoreo coperto da un drappo rosso conferisce con solennità una palma ad Ambrogio. Il santo è inginocchiato a sinistra, proprio di fronte a Michele Arcangelo che affida l’“animula” del committente al Bambino sul grembo della Vergine, pronto ad accoglierla. In questo simmetrico gioco di specchi dove le figure trovano tra loro corrispondenza (i due angeli sono complementari come anche le due torri alle loro spalle), i due simboli del male vengono ripresi di scorcio, e posti dall’artista alla base del dipinto. L’uomo morto sotto Ambrogio raffigura il grande eresiarca Ario, simbolo dell’arianesimo, idealmente sconfitto dalla fede del santo. Il raccapricciante rospo collocato dal Bramantino sotto Michele assurge quindi all’immagine del maligno sconfitto.
La GAM riscopre Pompeo Marchesi, “il Fidia meneghino”
Tutta l’Europa lo amava, ma per il grande scultore ottocentesco non esisteva che una città: Milano. Una mostra ne traccia il ritratto, riunendo per la prima volta il suo lascito.
Come un corto circuito. La media art di Dara Birnbaum in Galleria Vittorio Emanuele
L’arte incontra la cultura pop e la interroga impietosamente nelle installazioni di una grande sperimentatrice. Succede da Osservatorio, il laboratorio di idee targato Fondazione Prada nel cuore di Milano.
Un percorso restituirà ai visitatori il processo mentale dell’artista per aiutare il pubblico a comprendere la profondità della sua pittura e la potenza enigmatica delle sue tele.