Le donne, vere protagoniste del Teatro alla Scala

Le donne, vere protagoniste del Teatro alla Scala
#BulgariStories

Ballerine, “caffettiere”, presenze bellissime ed intriganti. Sono le protagoniste dei palchi del Teatro alla Scala, primedonne, attrici, dive del canto che dal 1778, anno della fondazione, seppero, in modi diversi, ciascuna con il proprio talento, dominare la scena di uno dei luoghi più celebri al mondo. Molte di queste signore della cultura e della mondanità hanno acquistato, abitato, venduto i palchi facendo della Scala il privilegiato parterre della vita culturale, sociale e politica milanese. Oltre 300 furono le titolari di un palco scaligero - muovendosi con disinvoltura in questo “salotto” per ricevere artisti, musicisti e intellettuali nel ruolo di perfette salonnière. Tra le titolari, Vittoria Peluso, ballerina scaligera nota come La Pelusina, o anche le “Giardiniere” - le esponenti femminili della Carboneria - Teresa Berra e Cristina Trivulzio di Belgiojoso. Non mancarono le “patriote-palchettiste”, come la nobildonna Giuseppina Vidiserti nata Franchetti di Ponte, e le benefattrici, dalla contessa Teresa Opizzoni Giorgi a Carlotta Frova Francetti. Per queste donne andare alla Scala significava anche propagandare tra amiche e ospiti le proprie campagne solidali a favore di asili o di associazioni, reperire fondi per i bambini o i carcerati o organizzare iniziative di carità. Nei 143 anni di storia dei palchi di proprietà privata, non mancano gli intrighi amorosi che coinvolsero diverse protagoniste. Una tra tutte, la contessa Luisa Adele Rosa Maria Casati, ricca ereditiera appassionata di occultismo, amica di D’Annunzio e di Man Ray, soggetto di vari ritratti di Giovanni Boldini e proprietaria del palazzo veneziano oggi della Collezione Peggy Guggenheim. Dopo la separazione dal marito, Luisa affrontò un percorso di vita fuori dall’ordinario, conclusosi in miseria nel 1957, a Londra. E ancora ci furono le palchettiste che scrissero musica, come “la Liszt delle pianiste lombarde” Cirilla Cambiasi Branca e ancora le “caffettiere”, come Eugenia Cagnolati, la figlia di Domenico e Francesca Sassi, titolari del Caffè del Teatro. Dice bene Stendhal quando scrive che “il se forme comme une espèce d’aristocratie des deux cents femmes qui ont une loge à la Scala”.

Samantha De Martin - © 2020 ARTE.it per Bulgari Hotel Milano