Alle origini del Trompe-l’Oeil

Alle origini del Trompe-l’Oeil
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Splendente di ori e decori preziosi, la Chiesa di Santa Maria presso San Satiro nasconde un segreto. A orchestrarlo per noi fu Donato Bramante, genio dell’architettura rinascimentale. Tre navate, una solenne cupola e un’abside di 9 metri e 70 centimetri erano alla base del progetto originario. Ma già allora la burocrazia era una potenza e alla diocesi fu negato il permesso di edificare una chiesa tanto grande. Bramante non si perse d’animo. Tagliò la pianta di San Satiro e al posto dell’abside costruì una straordinaria illusione. Quello che a noi sembra un ampio coro scandito da colonne sotto una sontuosa volta dorata, in realtà è uno spazio profondo solo 97 centimetri, che si espande otticamente grazie all’uso sapiente della pittura. Un’anticipazione dei moderni effetti speciali, che sfrutta le ricerche sulla prospettiva condotte pochi anni prima da Piero della Francesca e Donatello. Accettando la sfida e neutralizzando il limite con una soluzione imprevista, Bramante dà vita ad una fortunata invenzione: la tecnica del trompe-l’oeil - letteralmente “inganna l’occhio” - che gli artisti del Cinquecento e del Barocco useranno a profusione per strappare al pubblico esclamazioni di meraviglia.
Francesca Grego - © 2020 ARTE.it per Bulgari Hotel Milano