Kasper Bosmans, <em>Amber Room</em>, 2018, Plexiglas, MDF e ambra, Quattro sculture, 70 x 45 x 40 cm, Quattro piedistalli, 101.9 x 69.9 x 45.1 cm, Chip Log, Gladstone Gallery, New York, 2018
Da dieci anni i più interessanti talenti della scultura contemporanea si danno appuntamento presso la Fondazione Arnaldo Pomodoro, laboratorio e osservatorio sul panorama artistico internazionale sul ciglio della Darsena, tra Porta Genova e Porta Ticinese. Spazio di ricerca per eccellenza sono le Project Room, in cui giovani artisti under 40 realizzano interventi site specific che coinvolgono un intero ambiente. Questo autunno tocca a Kasper Bosmans (1990), attivo tra Bruxelles e Amsterdam. In un viaggio poetico che tocca storia, tradizioni popolari e tecnologie, l’artista belga sceglie di conferire alla scultura una dimensione installativa. Nelle sue opere simili a dei rebus ha evocato di volta in volta la Sala d’Ambra di Federico I e l’assolutismo di Enrico VIII, strumenti della nautica antica e mappe del mondo conosciuto nel XIII secolo. Che cosa escogiterà per la Fondazione Pomodoro? Probabilmente ci intrigherà con i Legend, piccoli dipinti disseminati di simboli, codici e motivi araldici che funzionano da traccia narrativa per le sue opere tridimensionali. I primi sono stati realizzati come alternative ai pannelli esplicativi dei musei, poi Bosmans ci ha preso gusto. “Ciascuna delle mie opere è come una cipolla”, ha dichiarato: “mi piace che ci siano tanti strati e aperture e che solo la punta dell’iceberg venga rivelata. È un piatto pronto visivo e mi piace riempirlo di una grande quantità di informazioni”. Il tema per il momento è top secret.
Francesco Vezzoli fa rivivere gli spazi perduti di Casa Iolas
La collezione del mercante d’arte Alexander Iolas rivive nelle sale della Galleria Tommaso Calabro, con opere di De Chirico, De Saint Phalle e Max Ernst.
Un’italiana a Parigi: quando Gae Aulenti restaurò il Musée d’Orsay
L’architetto e designer italiana ha trasformato l’ex stazione ferroviaria della Gare d'Orsay, progettata dall’architetto Victor Laloux, in uno scrigno di capolavori dell’Impressionismo
Persone, paesaggi e oggetti riconquistano il centro della tela. Dopo anni di astrazione, gli artisti tornano a raccontare il mondo attraverso la figura.
Luigi Sacchi, Alessandro Duroni, Luca Fortunato Comerio furono tra i primi ad aver immortalato il patrimonio artistico della città, con le sue opere d’arte, i monumenti, gli eventi storici.