Il Teatro alla Scala, edificato dove un tempo sorgeva l’antica Chiesa di Santa Maria alla Scala, è un’istituzione sacra per i milanesi. Dal 1940, ogni anno il bel mondo cittadino si dà appuntamento il 7 dicembre al rito di inaugurazione della nuova stagione con un concerto di gala. Tempio per eccellenza del melodramma italiano, La Scala ha prestato il proprio palco al talento di storici compositori classici, da Gioacchino Rossini a Giuseppe Verdi, e a straordinari direttori a cominciare da Toscanini. Ma è a partire dal dopoguerra che il glamour dello star system si è posato come polvere di stelle su questo angolo della città. Da allora è fiorita la stagione dei grandi registi come Luchino Visconti e Franco Zeffirelli, e delle grandi voci, come Renata Tebaldi, Mirella Freni, Luciano Pavarotti, Placido Domingo. Una su tutte, la Divina. Quando debuttò nel 1950 alla Scala, nessuno parve notare particolarmente quella sua voce, forse troppo inusuale e originale. Ma appena dodici mesi dopo Maria Callas otteneva la consacrazione con l’opera I vespri siciliani. Fu un vero trionfo. Divenne così famosa da dare il nome a un punto esatto dal palcoscenico, chiamato da allora “Punto Callas”, da cui il soprano irradiava la sua inimitabile voce in ogni angolo del teatro.
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