Alla corte scozzese tutto sembra pronto per una favola a lieto fine: la principessa Ginevra e il principe Ariodante si amano, e il loro matrimonio è imminente. Ma la serenità è solo apparente. L’ambizioso Polinesso trama nell’ombra: mosso da desiderio e brama di potere, accusa Ginevra di infedeltà, distruggendo la sua reputazione e allontanando Ariodante. Ispirata ad un episodio dell’Orlando furioso di Ludovico Ariosto, l’opera Ariodante di Georg Friedrich Händel, composta nel 1735 per il Covent Garden di Londra, è un esempio magistrale di opera seria barocca. Ricca di arie raffinate e momenti emotivi intensi, include il celebre lamento Scherza infida, tra le pagine più struggenti del repertorio handeliano. Il regista Robert Carsen, profondo conoscitore del teatro barocco, mette in scena un Ariodante che indaga le dinamiche del potere e la psicologia dei personaggi, tra kilt, danze celtiche e sottili richiami all’attuale famiglia reale britannica.
Il Louvre presenta Africa Rising II, monumentale scultura di Barbara Chase-Riboud esposta nel Jardin des Tuileries. L’opera, simbolo di memoria e riscatto, rielabora un monumento originariamente pensato per New York. Una figura alata di bronzo e fibre accoglie i visitatori in uno dei luoghi più emblematici di Parigi.
L’Opéra Bastille di Parigi propone una nuova produzione de La Bohème di Giacomo Puccini, diretta da Claus Guth. Ambientata in un contesto futuristico, l’opera esplora l’amore e la giovinezza attraverso una scenografia innovativa e un cast internazionale.
Amore, ingranaggi e rivoluzione: Niki, Jean e Pontus al Grand Palais
Il Grand Palais celebra la travolgente alchimia creativa tra Niki de Saint Phalle e Jean Tinguely, guidati dallo sguardo visionario di Pontus Hultén. Un viaggio tra opere iconiche e materiali inediti, tra macchine ribelli, corpi colorati e poesia meccanica. Un omaggio a un trio che ha riscritto le regole dell’arte nel cuore del Novecento.
Una mostra dedicata a Gabrielle Hébert (1853 - 1934), fotografa francese di origine tedesca e moglie del pittore Ernest Hébert. Attiva tra il 1888 e il 1908, Gabrielle documentò la vita quotidiana a Villa Medici a Roma, dove il marito era direttore dell'Accademia di Francia.