Revoir Cimabue. Aux origines de la peinture italienne
Data di apertura: 22-gen-2025
Data di chiusura: 12-mag-2025
Programma: Mer - Lun 9 - 18 | Mar chiuso
Biglietti: 22 €
E-mail:
Luogo: Musée du Louvre
Indirizzo: Rue de Rivoli
Cimabue, pseudonimo di Cenni di Pepo, è stato un pittore italiano che visse in Toscana a cavallo tra la metà del tredicesimo e gli inizi del quattordicesimo secolo ed è considerato tra i primi artisti ad attuare la transizione dalla rappresentazione di figure ieratiche e idealizzate di tradizione bizantina verso soggetti reali, dotati di umanità ed emozioni, che saranno alla base della pittura italiana e occidentale. Per la prima volta il Louvre gli dedica una mostra in occasione del restauro di uno dei suoi più celebri dipinti - la Maestà, considerata a buon titolo "l'atto fondante della pittura occidentale" - e dell’acquisizione del Cristo deriso, una tavola riscoperta nel 2019 ed inserita oggi nell'elenco dei tesori nazionali francesi.
Schiavi militari di origine turca e caucasica, i Mamelucchi costruirono la propria leggenda sulla loro potenza guerriera. Dal 1250 al 1517, il Sultanato Mamelucco conquistò le ultime roccaforti dei Crociati, combatté e respinse la minaccia dei Mongoli, sopravvisse alle invasioni di Tamerlano e tenne a bada i minacciosi vicini turcomanni e ottomani.
L'imperatore Rodolfo II (1552 - 1612) fu uno dei sovrani europei che nutriva il più grande entusiasmo per lo studio della natura. Chiamò alla sua corte studiosi e artisti da tutta Europa, facendo di Praga un vero e proprio laboratorio di sperimentazione, in un clima favorevole alla tolleranza intellettuale e religiosa.
Prosege l'esplorazione del Musée d'Orsay della pittura scandinava, con una retrospettiva dedicata al pittore norvegese Christian Krohg, un artista umanista, che cercava di risvegliare la coscienza dello spettatore su alcune questioni morali e sociali: povertà, carestia, igiene pubblica, la condizione delle donne.
Prima mostra in Francia dedicata all’arte cosiddetta “arte degenerata”, l'esposizione esplora e mette in prospettiva l’attacco metodico del regime nazista contro l’arte moderna, evidenziando la portata dell'estetica e gli artisti presi di mira.