Il Don Carlos di Verdi, commissionato dall'Opéra di Parigi dove debuttò nel 1867, diede una nuova direzione all'ispirazione musicale del compositore italiano: una partitura oscura e intensa, in cui questioni politiche, religiose e morali agitano i personaggi in preda al tormento interiore. Scorrendo nei binari della grande opera italiana e francese, nel Don Carlos senza abbandonare la ricchezza melodica, il compositore de La Traviata e del Rigoletto pone meno enfasi sulla storia d'amore ed affronta temi più ampi come la solitudine del potere o la sete di libertà, incarnati dal bambino spagnolo, Don Carlos, e dal suo amico Rodrigue, difensore del popolo fiammingo. La dimensione shakespeariana di questa affascinante opera era destinata ad attrarre Krzysztof Warlikowski, la cui messa in scena rivela i mondi interiori segreti dei personaggi, prigionieri della corte, della Chiesa e dell'etichetta.
Prune Nourry ha scelto di far rivivere la tradizione del ritratto mentre scolpiva in un ambiente ancora più intimo, tra una scultrice e una modella, per modellare busti di argilla nello stile delle statue preistoriche di Venere.
La prima mostra al Musée d’Orsay dedicata allo spettacolare sviluppo del manifesto illustrato a colori alla fine del XIX secolo, attraverso una collezione unica di opere dei “Maestri del manifesto”.
Una mostra monografica dedicata all'architetto austriaco Hans Hollein (1934 - 2014), affiliato al movimento postmoderno sin dalla sua partecipazione alla prima Biennale di Architettura di Venezia nel 1980, ne riprecorre 50 anni di carriera.
Ai margini delle tendenze dominanti del suo tempo, Suzanne Valadon pose il nudo, sia femminile che maschile, al centro della propria opera, rappresentando corpi senza artificio o voyeurismo.