Una mostra che è un omaggio poetico e visivo all’opera della celebre cineasta e fotografa francese Agnès Varda e che offre uno sguardo inedito sulla sua produzione fotografica e sul legame profondo che ha permeato tutta la sua carriera artistica con la città di Parigi. L'esposizione presenta oltre 130 fotografie, molte delle quali inedite, che documentano gli esordi di Varda come fotografa. Particolare attenzione è dedicata alla sua celebre corte-atelier in Rue Daguerre, nel 14° Arrondissement, dove visse e lavorò dal 1951 al 2019. Questo spazio fu non solo la sua casa, ma anche studio fotografico, laboratorio di sviluppo e luogo di esposizione. Negli anni '60, l'atelier divenne un punto di incontro per artisti e cineasti, tra cui il marito Jacques Demy. L’esposizione esplora anche il rapporto tra fotografia e cinema nell’opera di Varda, proponendo estratti di film girati a Parigi come Cléo de 5 à 7 (1962) e Daguerréotypes (1975). Attraverso questi lavori, emerge il suo sguardo unico sulla città, capace di fondere documentario e finzione con ironia e sensibilità. La mostra si completa anche con altro materiale espositivo tra cui oggetti personali, manifesti, documenti e una scultura della sua amata gatta Nini. Elementi che contribuiscono a delineare un ritratto intimo dell'artista, evidenziando la sua capacità di trasformare il quotidiano in arte.
La Gagosian di Parigi dedica una mostra ai disegni di Brice Marden, selezionati dalle figlie dell’artista. In esposizione opere su carta realizzate negli ultimi vent’anni, tra segno, gesto e astrazione. Un’occasione per riscoprire il lato più intimo della sua ricerca.
La mostra alla Jeu de Paume di Parigi presenta un’esplorazione critica dell’impatto dell’intelligenza artificiale sulla produzione artistica e sulla percezione del mondo riunendo oltre 50 artisti internazionali.
Il Grand Palais ospita una straordinaria esperienza immersiva in realtà virtuale ispirata all’universo visionario di Henry Darger. Tra animazioni, suoni e ricostruzioni scenografiche, l’opera esplora i confini tra arte marginale e tecnologia. Un viaggio poetico nella mente di uno degli artisti più misteriosi del Novecento.
Il Louvre presenta Africa Rising II, monumentale scultura di Barbara Chase-Riboud esposta nel Jardin des Tuileries. L’opera, simbolo di memoria e riscatto, rielabora un monumento originariamente pensato per New York. Una figura alata di bronzo e fibre accoglie i visitatori in uno dei luoghi più emblematici di Parigi.