Cosa succede quando l’amore e l’identità si scontrano con il pregiudizio? La Cage aux Folles torna a Parigi al Théâtre du Châtelet per raccontare, tra piume, lustrini e risate, la storia di una famiglia atipica che diventa specchio universale delle contraddizioni sociali. Dal 5 dicembre 2025 al 10 gennaio 2026 una nuova produzione francese, diretta da Olivier Py, rimette in scena il musical tratto dalla pièce di Jean Poiret con libretto di Harvey Fierstein e musica di Jerry Herman. Protagonista nel ruolo di Albin, alias Zaza, è Laurent Lafitte. La vicenda resta quella originale: Georges gestisce un cabaret drag a Saint-Tropez insieme al compagno Albin, star del locale sotto il nome d’arte Zaza. Quando il figlio Jean-Michel annuncia il matrimonio con Anne, figlia di un politico ultraconservatore, i due padri si trovano costretti a fingere una vita familiare tradizionale per evitare lo scandalo. Tra equivoci e travestimenti, la commedia alterna humour, emozione e numeri spettacolari, affrontando temi come identità, accoglienza e amore incondizionato. La nuova produzione parigina vuole restituire la natura festosa e allo stesso tempo toccante del musical, rinnovandone la lettura per il pubblico contemporaneo. Laurent Lafitte porta in scena un Albin capace di fondere comicità e umanità, mentre Olivier Py firma una messinscena che esalta costumi, scenografie e atmosfere del cabaret come spazio di libertà e riflessione sociale. La Cage aux Folles si conferma così un’opera capace di coniugare intrattenimento e riflessione, riportando sul palco con vitalità i grandi temi della diversità e della famiglia.
Il 16 e 17 dicembre 2025 la Accor Arena di Parigi ospita Lamomali, progetto musicale creato da Matthieu Chedid con artisti maliani come Fatoumata Diawara e Balla Diabaté. Tra kora, pop e rock, il collettivo unisce tradizione africana e linguaggi contemporanei, celebrando la memoria di Toumani Diabaté.
L’opera di John Adams torna a Parigi dal 24 febbraio al 20 marzo 2026. Con la regia di Valentina Carrasco, Nixon in China intreccia cronaca politica e linguaggio musicale minimalista per raccontare l’incontro tra Stati Uniti e Cina nel 1972.
Il Musée d’Orsay presenta Point de départ, mostra dedicata a Bridget Riley che esplora le origini del suo linguaggio visivo. L’influenza di Georges Seurat e la nascita dell’Op Art vengono messe in dialogo attraverso opere e studi preparatori. Un viaggio alle radici di uno stile che ha trasformato la percezione in esperienza attiva.
Sul palco della Défense Arena, la più grande d’Europa, gli Iron Maiden offriranno ancora una volta ciò che meglio li rappresenta: la fusione tra musica, narrazione e immaginario, in un’esperienza che va oltre il concerto e diventa un atto di fedeltà reciproca tra la band e il suo pubblico.