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Alla Galleria Borghese, l’immaginario potente di Wangechi Mutu incontra la solennità del classico, trasformando lo spazio in un teatro di visioni sospese, memorie organiche e miti in divenire. L’artista keniota-americana presenta un intervento site-specific che invade sale, giardini e facciata con presenze leggere e materiche. Poemi della terra nera è un viaggio tra frammenti di corpi, voci ancestrali e forme in equilibrio. Bronzo, piume, cera, acqua e legno si oppongono al marmo classico, evocando metamorfosi in atto. Le sue opere fluttuano nello spazio o emergono dalla terra, dando voce all’invisibile e al dimenticato. Con la forza di una poesia scolpita, Mutu ridefinisce il museo: da tempio della memoria a organismo vivo, aperto all’immaginazione. Una mostra che invita a guardare altrove, oltre, e più a fondo.