Un filo di luce attraversa pelli lucide, fiori innaturali, superfici che sembrano respirare: Cho Gi-Seok mette in scena l’imperfezione come energia creativa, non come difetto. Il suo lessico “New Asian” fonde simboli tradizionali, tecnologia e un’estetica satura che spinge oltre la misura classica senza perderne il respiro interiore. In mostra si intrecciano quattro serie chiave. Flower Study indaga l’alleanza fragile tra corpo e botanica, un sistema nervoso condiviso fatto di petali e pori. Bad Dream trasforma il caos del subconscio in teatro visivo, dove il perturbante diventa impulso compositivo. Love & Hate affronta la coesistenza delle emozioni, il cortocircuito fra attrazione e rifiuto come motore di forma e colore. These Days guarda al presente digitale: umanità, natura e macchine si specchiano in paesaggi che sembrano simulazioni ma vibrano di autenticità. Grafico di formazione, fotografo autodidatta dal 2016, Cho ha costruito un immaginario che parla alla cultura giovanile globale senza didascalie: immagini popolate da antiche icone ed interfacce futuribili, da cui affiora una frase-soglia - l’imperfezione come stato più vero dell’essere. Le sue fotografie, al tempo stesso spirituali e contemporanee, resistono alla fatica visiva dell’era dello scroll invitando ad un gesto raro: fermarsi, sostare nella crepa, riconoscere forza nella vulnerabilità. Questo non è un catalogo di difetti, ma un invito ad una riconciliazione: con il tempo presente, con noi stessi.
Sguardi sulla Terra: l’eredità visiva di Sebastião Salgado
Una retrospettiva monumentale celebra l’opera del leggendario fotografo, tra paesaggi primordiali e umanità resiliente, etica dello sguardo e memoria collettiva.
Stanze d’identità: arte e resistenza oltre i confini
Quattro artistə ridefiniscono spazio e identità tra performance, pittura e installazione, trasformando la galleria in un rifugio estetico e politico di libertà.