Il fascino orientale del qipao

Il fascino orientale del qipao
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Quanti, pensando alla moda orientale femminile, immaginano il sensuale abito attillato, con profondi spacchi laterali, colletto alto e bottoncini? Un pezzo di storia della moda che, pur avendo radici in antiche tradizioni, deve la sua fortuna a tempi più recenti e, incredibilmente, al mondo del cinema. Il changshan, o qipao, come lo conosciamo oggi, nasce anni Venti a Shanghai e diventa rapidamente l’abito delle “donne di città”, protagoniste delle passerelle metropolitane di Pechino, Shanghai, Hong Kong e Taiwan. Negli anni Cinquanta e Sessanta, quando viene adottato dalle star dei film di Hollywood, diventa rapidamente un fenomeno della moda conosciuto anche in Occidente. Un esempio? Jennifer Jones ne indossava un modello in L'amore è una cosa meravigliosa del 1955 (film che si era aggiudicato un Oscar proprio per i migliori costumi). Prima del 1920 il changshan altro non era se non la versione femminile del tradizionale changshan, il “camicione” maschile, secondo lo stile dei Manciù: aveva un taglio morbido, maniche molto lunghe e ampie, per nascondere le forme. Ben diverso quindi dal “fratello” qipao, diventato famoso e così tanto imitato. Nonostante la massiccia invasione di versioni economiche dell’abito, Shanghai è ancora il posto dove ordinare un perfetto qipao originale, fatto su misura.
Chiara Vedovetto - © 2020 ARTE.it per Bulgari Hotel Shanghai