Le prime fotografie di Bali furono scattate da stranieri e iniziarono a circolare in Europa a partire dal 1920. Ma fu intorno agli anni '30 che iniziò a prendere forma un immaginario intorno all’isola degli dèi, un luogo esotico le cui immagini riprendevano donne a seno nudo, ballerine o streghe, nulla a che vedere con la cultura locale, fino ad arrivare alla definizione di paradiso tropicale. È proprio su queste mancanze parziali della rappresentazione tradizionale del passato che parte il progetto del fotografo balinese I Gusti Agung Wijaya Utama S. Sn (alias Gung Ama), specializzato in fotografia all’Indonesian Art Institute (ISI) di Denpasar. Il fotografo ha iniziato ad usare la Afghan Box Camera per rendere unici non solo i suoi ritratti ma anche il loro processo di creazione. La macchina fotografica è infatti anche una camera oscura autonoma. All'interno della scatola, montata su un treppiede, viene sviluppato un negativo su carta dell'immagine appena scattata in un piccolo vassoio ricolmo di soluzione chimica, producendo fotografie in bianco e nero in pochi minuti, senza pellicola. Il risultato è - a differenza dei prodotti digitali - imprevedibile grazie anche al ruolo che ha la luce nell'immagine finale. I soggetti ripresi da I Gusti sono vestiti con abiti tradizionali ed inseriti in scenari senza tempo, all’aperto o nello studio del fotografo, il tutto per un’atmosfera dal sapore di un passato da ricordare e rispettare.
Il copricapo femminile che narra storie e tradizioni
Parte dell’abito cerimoniale, il tradizionale copricapo dorato è un ornamento femminile indossato nei grandi giorni: il matrimonio e il raggiungimento della maggiore età.
Nonfrasa è stata fondata nel 2021 come piattaforma dedicata alla scoperta di artisti emergenti e alla riscoperta del lavoro di artisti che vivono sull'isola di Bali.