Réquichot, il secondo vento del surrealismo

Réquichot, il secondo vento del surrealismo
#Exhibitions

Nato nel 1929 nel piccolo villaggio di Asnières-sur-Vègre nella regione dei Paesi della Loira, Bernard Réquichot è stato uno dei protagonisti più importanti della scena artistica degli anni Cinquanta dello scorso secolo in Francia. Una vita breve e tormentata - l’artista morirà suicida nel 1961 ad appena 32 anni - in cui tuttavia Réquichot si è distinto come uno dei più prominenti rappresentanti dell’Arte Informale. La sua produzione artistica si esprime in poco più di 6 anni a cavallo tra il 1955 e il 1961. Réquichot, in un contesto dove l’astrazione gestuale e materica occupa un posto dominante, spinge la sua pittura oltre ogni limite. Nei suoi quadri la materia è impastata con il coltello. Reti inestricabili, tracce grafiche invadono la tela. Il giovane artista francese lavora stratificando le sue opere, introduce il collage nella sua pittura, crea con motivi grafici a spirale delle sequenze quasi ipnotiche dove l’inchiostro nero e la tempera bianca danno forma a scritte illeggibili che richiamano la sua produzione letteraria. Genio incompreso, avanguardista senza una scuola, uomo solo e torturato dai propri fantasmi, oggi Réquichot è celebrato in una grande esposizione monografica al Centre Pompidou.
Veronica Azzari - © 2024 ARTE.it per Bulgari Hotel Paris