Per la sua forma ispirata ad uno zun, un antico vaso rituale cinese originario dell’età del bronzo, CITIC Tower (China Zun) CITIC Headquarters è una delle torri più iconiche dell’intera area finanziaria della capitale cinese. Opera dello studio KPF - noto soprattutto per il Shanghai World Financial Center a Shanghai e per il Ping An Finance Centre a Shenzhen -, grazie al connubio tra iconografia classica e tecnologie votate al futuro, ha contribuito a creare nuovi equilibri nella zona con più alta concentrazione di meraviglie architettoniche contemporanee della megalopoli cinese. Di profilo, la torre astrae e affina la forma a vaso dello zun; verso il suolo, le linee arrotondate addolciscono la struttura e le donano leggerezza. Si tratta di un perfetto bilanciamento tra estro e rigore, tra estetica e requisiti strutturali: le infrastrutture dell’edificio sono state concepite per garantirne l’integrità in una delle maggiori zone sismiche della Cina. La torre, oltre a stagliarsi verso l’alto per 528 metri - è la quinta più alta in Cina - è collegata anche ad una vasta rete di trasporti sotterranei, complessi sistemi di passaggi pedonali, una carreggiata di livello B2 e quattro linee della metropolitana che si raccordano in tre stazioni.
Una flotta di barchette da tè racconta memoria e identità nella mostra di He Chi, tra poesia visiva, oggetti quotidiani e ricordi della Cina anni ’70 e ’80.
Un tuffo nell’installazione di Wan Chaoqian: piastrelle specchianti, docce chirurgiche e oggetti domestici diventano rituali sensoriali che svelano flussi nascosti tra comfort e tensione.
La bellezza classica senza tempo nei film di Yang Fudong
Per la sua mostra istituzionale più completa fino ad oggi, Yang Fudong presenterà un film che intende contenere una realtà complessa, insieme reale e costruita. Ispirato dalla sua infanzia nella periferia orientale rurale di Pechino, questo lavoro intreccia elementi del passato e del presente, pubblici e personali.
E-nnui: la fatica digitale tra estetica, identità e simulazione
La mostra da Hua International riflette sull’e-labour e sull’influenza dell’immaginario online, con opere di CFGNY e Tao Hui tra stanchezza, consumo e identità mediatica.