Rodolfo II d'Asburgo è stato imperatore del Sacro Romano Impero tra il 1576 e il 1612. Rodolfo fu anche un grande mecenate delle arti e delle scienze e uno dei sovrani europei che nutriva il più vivo entusiasmo per lo studio della natura. La sua corte fu animata dalla presenza di studiosi e artisti da tutta Europa, che lavorarono a stretto contatto tra loro all'interno delle mura del castello, facendo di Praga un vero e proprio laboratorio di sperimentazione, in un clima di tolleranza intellettuale e religiosa. Gli artisti parteciparono attivamente alle prime fasi dell'empirismo, non solo attraverso la creazione di strumenti di misurazione scientifica tanto estetici quanto innovativi, ma anche attraverso i loro disegni di piante e animali. Un incrocio quello tra arte e scienza dove una comune curiosità visiva tra scienziati e artisti, contribuì al rinnovamento della creazione artistica a Praga favorendo nuove pratiche come il disegno all'aria aperta.
La mostra presenterà oltre 170 opere di arte cinese risalenti principalmente al XVIII e XIX secolo dalle collezioni di Adolphe Thiers e Adèle de Rothschild. Rotoli, pagine di album, incisioni, stampe, porcellane, giade, lacche e preziosi oggetti d'arte in avorio, bronzo o legno intarsiati con gemme e madreperla.
La mostra sottolinea la poetica della rovina, della decomposizione organica, del proibito o persino dello spettro apocalittico, che testimoniano le ossessioni del collezionista Jean Chatelus con 400 opere che riflettono estetiche e voci diverse.
All'inizio del secolo, Berthe Weill si è impegnata a sostenere gli artisti con lo slogan "Place aux jeunes" ("Fate largo ai giovani"), che era stampato sui suoi biglietti da visita. Da Picasso a Modigliani, Weill ha preso parte al riconoscimento del Fauvismo.