Il 9 ottobre 2025 Sting arriverà al palco dell’Accor Arena di Parigi con il suo tour Sting 3.0, un appuntamento attesissimo dai fan francesi e internazionali. L’evento sarà parte di una tournée europea che celebra la carriera dell’artista britannico, tra hit soliste e capolavori firmati con i Police. L’Accor Arena, simbolo della scena live parigina, accoglierà lo spettacolo alle ore 20, garantendo una produzione di alto livello, con suono cristallino, luci evocative ed una scenografia in grado di far rivivere i brani più amati. Sting, vincitore di ben 17 Grammy, riproporrà i suoi grandi classici - da Every Breath You Take a Fields of Gold - insieme a pezzi più recenti e perle meno note ma molto apprezzate dai fan. Ad accompagnarlo sul palco saranno musicisti di eccellenza, compresi Dominic Miller, storico chitarrista, e Chris Maas, batterista di talento, capaci di restituire l’intensità emotiva e la profondità sonora delle composizioni. La tappa parigina arriva dopo un periodo di esibizioni nei principali festival europei e rappresenta un momento di ritrovo per i fan che amano l’eterogeneità del repertorio di Sting, capace di spaziare dal Rock al Jazz, dal Pop alla World Music.
Un trittico che attraversa epoche e culture apre la stagione 2025-2026 dell’Opéra Bastille. Balanchine, Wheeldon e November intrecciano linguaggi diversi in un viaggio tra memoria, identità e contemporaneità.
Le geografie politico-sentimentali di Otobong Nkanga
Il Musée d’Art Moderne di Parigi presenta la prima grande mostra personale di Otobong Nkanga in città. L’artista esplora i legami tra corpo, terra, memoria e risorse naturali attraverso opere multidisciplinari.
L’opera di John Adams torna a Parigi dal 24 febbraio al 20 marzo 2026. Con la regia di Valentina Carrasco, Nixon in China intreccia cronaca politica e linguaggio musicale minimalista per raccontare l’incontro tra Stati Uniti e Cina nel 1972.
Il Musée du Luxembourg dedica una grande retrospettiva alle opere su carta di Pierre Soulages, Maestro dell’astrazione. In mostra 130 lavori realizzati tra il 1946 e i primi anni Duemila, molti dei quali mai esposti prima. Un’occasione per scoprire un lato più intimo e sperimentale dell’artista, dove la luce incontra il nero.