Mohammed Bin Rashid Library, Progetto di Consortium di 'asp' Architekten Stuttgart, Obermeyer Planen+Beraten Munich e ACG Architecture Consulting Group | Courtesy Mohammed Bin Rashid Library<br />
Non soltanto città del divertimento, dello sport e del turismo. Lo sceicco Mohammed Bin Rashid Al Maktoum ha voluto per Dubai anche un nuovo spazio dedicato alla cultura. Il progetto è partito nel 2016 e troverà compimento a breve: una biblioteca che porta il suo nome, Mohammed Bin Rashid Library. Posizionata ad Al Jaddaf, zona occidentale dell’area di Bur Dubai, affacciata sullo storico canale della città, il Creek, la biblioteca, estesa lungo un’area di 60.000 metri quadrati, sarà la più grande del Medio Oriente. La forma dell’edificio è quella di un libro aperto posto su un leggio, il Rehl, che nel mondo arabo è destinato a sorreggere in particolare il Corano. All’interno la biblioteca si sviluppa su sette piani e oltre a comprendere sezioni specializzate suddivise per aree ed argomenti, contiene anche un laboratorio per la conservazione e il restauro di libri antichi, un auditorium, un cinema, diversi spazi espositivi. Il progetto architettonico all’avanguardia è anche ad alta efficenza energetica, grazie all’utilizzo di materiali sostenibili e tecnologicamente di ultima generazione. Uno spazio moderno destinato alla conservazione e alla condivisione del patrimonio del passato antico e recente, ma creato anche per rendere la lettura una pratica più comune e formare nuove generazioni appassionate ai libri e alla conoscenza.
Una mostra che è un'esplorazione della fragile relazione tra la forma umana e le forze che la plasmano: fcentrale è il corpo, raffigurato come rotto, frammentato e vulnerabile.
Unica tappa negli Emirati per Sting con il world tour STING 3.0 dove il fondatore dei Police e vincitore di 17 Emmy Award suonerà il suo straordinario repertorio accompagnato da Dominic Miller alla chitarra e da Chris Maas alla batteria.
I dipinti di Sola Olulode catturano l'essenza della ricca cultura e dei suggestivi paesaggi dei Caraibi lasciando che il corpo sia al centro della scena e creando scene utopiche che danno risalto al movimento, ai gesti e agli atti romanticizzati.
Ispirata alla poesia Balqis di Nizar Qabbani, la mostra riflette sull'esilio, la guerra e i cambiamenti irreversibili portati dallo sfollamento. The Unseen Presence amplia il paradosso della memoria andando oltre la dimensione di lutto per esplorare la persistenza della storia in realtà fratturate, identità mutevoli e paesaggi in evoluzione.