Nella stagione 2025-2026 l’Opéra Bastille ospita una nuova produzione di Aida di Giuseppe Verdi, affidata alla regia e visione artistica di Shirin Neshat, celebre artista iraniana nota per le sue opere visivamente evocative e cariche di tensione politica. L’allestimento andrà in scena dal 24 settembre al 4 novembre 2025, con testo cantato in italiano e sottotitoli in francese e inglese. Shirin Neshat propone una lettura contemporanea e intima del capolavoro verdiano: l’opera - tradizionalmente ambientata nell’Egitto faraonico - è trasformata in un dramma sospeso tra sfera privata e guerra coloniale, indicata dai molteplici riferimenti politici che permeano la drammaturgia e l’estetica della regista. La visione di Neshat tende a ridurre il grandioso spazio scenico classico a favore di una dimensione riflessiva, dove il conflitto tra amore e fedeltà prende la scena. Sul piano tecnico, lo spettacolo offre una durata complessiva di circa 3 ore e 5 minuti, con un unico intervallo. Il cast vocale - non ancora dettagliato dalla casa editrice - si inserisce in questa cornice visiva essenziale e stilisticamente raffinata, pensata per enfatizzare la componente psicologica dei personaggi più che l’apparato monumentale dell’allestimento. Il ritorno di Aida nella stagione parigina assume un significato particolare perché conferma l’attenzione dell’Opéra national de Paris verso produzioni che parlano anche al presente: il richiamo alla colonizzazione, al potere militare e all’identità nazionale è esplicitato dalle scelte drammaturgiche di Neshat, reso tangibile attraverso un linguaggio visivo forte e simbolico. Per il pubblico parigino, questa versione rappresenta un’occasione per riscoprire un classico del melodramma in una veste moderna, dove la scrittura verdiana - con i suoi cori spettacolari, ritmi intensi e arie struggenti - incontra una regia che privilegia la riflessione e l’impatto emotivo individuale senza negare la dimensione universale del testo. In conclusione, Aida a Bastille è una proposta che sposa la tradizione musicale verdiana alla sperimentazione registica, offrendo un’esperienza teatrale che unisce la magnificenza della grande opera al rigore visivo e tematico di una regista che intende far dialogare mito e attualità.
Il Musée d’Orsay dedica una grande mostra a Pierre-Auguste Renoir, esplorando il tema dell’amore nella sua pittura tra il 1860 e il 1880. Attraverso una sessantina di opere, emerge una visione moderna e luminosa dei legami affettivi nella Parigi dell’epoca.
Il Musée du Luxembourg dedica una grande retrospettiva alle opere su carta di Pierre Soulages, Maestro dell’astrazione. In mostra 130 lavori realizzati tra il 1946 e i primi anni Duemila, molti dei quali mai esposti prima. Un’occasione per scoprire un lato più intimo e sperimentale dell’artista, dove la luce incontra il nero.
Un trittico che attraversa epoche e culture apre la stagione 2025-2026 dell’Opéra Bastille. Balanchine, Wheeldon e November intrecciano linguaggi diversi in un viaggio tra memoria, identità e contemporaneità.
In Paname, Bilal Hamdad trasforma la città in scena sospesa, tra figure anonime e spazi urbani silenziosi. Le sue grandi tele dialogano con la storia dell’arte in un racconto emotivo e poetico sulla solitudine metropolitana.