Dans le flou. Une autre vision de l’art, de Monet à Richter
Data di apertura: 30-apr-2025
Data di chiusura: 18-ago-2025
Programma: Mer - Lun 9 - 18 | Mar chiuso
Biglietti: 12.50 €
Luogo: Musée de l'Orangerie
Indirizzo: Jardin des Tuileries
Questa mostra fa volutamente dell'indeterminatezza una chiave che apre un'altra lettura di un'intera sezione della creazione plastica moderna e contemporanea. Definito inizialmente come una perdita rispetto alla rete, lo sfocato si rivela il mezzo espressivo preferito in un mondo dove regna l'instabilità e dove la visibilità è diventata offuscata. Le ninfee sono state a lungo considerate dagli artisti o studiate dagli storici come il modello di una pittura astratta, completa e sensibile, foriera delle grandi installazioni immersive a venire. D'altra parte, l'indeterminatezza che regna sulle vaste distese acquatiche delle grandi tele di Monet è rimasta impensabile. La mostra seguirà un filo tematico e non cronologico. Una sala introduttiva sarà dedicata alle radici estetiche della sfocatura nel XIX e all'inizio del XX secolo, in seguito agli sconvolgimenti intellettuali, scientifici, sociali e artistici con cui crebbe l'Impressionismo.
L’Opéra Bastille di Parigi propone una nuova produzione de La Bohème di Giacomo Puccini, diretta da Claus Guth. Ambientata in un contesto futuristico, l’opera esplora l’amore e la giovinezza attraverso una scenografia innovativa e un cast internazionale.
Ariodante: amore, inganno e potere alla corte di Scozia
Ispirata all'Orlando furioso di Ludovico Ariosto, l’opera Ariodante di Georg Friedrich Händel, composta nel 1735 per il Covent Garden di Londra, è un esempio magistrale di opera seria barocca.
Schiavi militari di origine turca e caucasica, i Mamelucchi costruirono la propria leggenda sulla loro potenza guerriera. Dal 1250 al 1517, il Sultanato Mamelucco conquistò le ultime roccaforti dei Crociati, combatté e respinse la minaccia dei Mongoli, sopravvisse alle invasioni di Tamerlano e tenne a bada i minacciosi vicini turcomanni e ottomani.
Una mostra dedicata a Gabrielle Hébert (1853 - 1934), fotografa francese di origine tedesca e moglie del pittore Ernest Hébert. Attiva tra il 1888 e il 1908, Gabrielle documentò la vita quotidiana a Villa Medici a Roma, dove il marito era direttore dell'Accademia di Francia.