Quale algoritmo per la bellezza?

Quale algoritmo per la bellezza?
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Inès Sieulle, The Oasis I Deserve, 2024 | © Inès Sieulle

La mostra alla Jeu de Paume di Parigi presenta un’esplorazione critica dell’impatto dell’intelligenza artificiale sulla produzione artistica e sulla percezione del mondo riunendo oltre 50 artisti internazionali - tra cui Trevor Paglen, Hito Steyerl, Agnieszka Kurant, Christian Marclay e Joan Fontcuberta - che utilizzano l’IA per interrogare le trasformazioni culturali, sociali ed ecologiche in atto. La mostra si articola in due sezioni principali: la prima dedicata all’IA analitica, che comprende sistemi di visione artificiale e riconoscimento facciale, e la seconda focalizzata sull’IA generativa, capace di produrre testi, immagini, suoni e video. Attraverso opere digitali, installazioni immersive, video generativi e cyanotipie, gli artisti esaminano temi come la sorveglianza tecnologica, il lavoro invisibile dei “click workers”, l’impatto ambientale dell’estrazione di dati e le nuove estetiche algoritmiche. Elementi distintivi dell’esposizione sono le “time capsule”, vetrine concepite come cabinet de curiosités, che collegano le attuali trasformazioni tecnologiche a una prospettiva storica, presentando dispositivi tecnici, fotografie e diagrammi che illustrano la genealogia dell’automazione e della computazione.
Paolo Mastazza - © 2025 ARTE.it per Bvlgari Hotel Paris