La storia di Roma non si legge solo nel marmo delle sue architetture, ma anche nelle opere greche che l’hanno plasmata. La mostra ricostruisce questo incontro attraverso oltre cento originali che narrano come il gusto dell’Urbe sia nato dal dialogo con Atene. Il viaggio parte dagli scambi arcaici: ceramiche raffinate e bronzi votivi arrivati attraverso il Mediterraneo, accolti nei santuari e nelle tombe dell’élite. Con le conquiste romane, quel flusso diventa travolgente: statue, rilievi e arredi entrano nei templi e nelle piazze, trasformando la città in un museo all’aperto dell’arte ellenica. Il cuore del percorso mostra come questi oggetti, nati per la religione greca, assumano nuovi significati: da offerte agli dei diventano simboli di potere imperiale o raffinati ornamenti per le residenze degli aristocratici. Alcuni capolavori emergono come apparizioni magnetiche: i bronzi capitolini, riuniti eccezionalmente, e le sculture dei Niobidi dagli Horti Sallustiani, disperse per secoli e ora ricomposte. Una sezione immersiva rievoca gli spazi originali, restituendo il dialogo tra scultura e architettura. Nell’ultima parte, l’età del collezionismo privato rivela come l’arte neoattica abbia reinventato i modelli greci per l’estetica romana. È un racconto di appropriazione e metamorfosi: la Grecia che Roma conquistò, e che finì per conquistarla.
Acquerelli cronaca restituiscono cantieri, demolizioni, ritrovamenti: Basilica di Massenzio, Velia, Boario, Olitorio, Compitum Acilium. Il segno lieve, il rigore e la memoria viva di Maria Barosso.
Dal 2011 il coro di Marquinn Middleton accende il gospel: premi, elogi da star e 30 elementi tra voci e ritmica. Musica sacra e impegno civile che ispirano i giovani.