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Camere oscure della memoria
#Exhibitions
Giorgio Di Noto, Frammenti di vasi da San Giovanni in Laterano, Pellicola 9 × 12 cm

Una porta socchiusa, il fruscio della carta, il bagliore lattiginoso di una lastra: la mostra apre dove il museo di solito tace. Con Hidden Collections, Giorgio Di Noto entra nei retroscena di un’istituzione e li tratta come un paesaggio da esplorare: archivi fotografici, depositi, laboratori di restauro diventano camere oscure della memoria, luoghi in cui il passato non si espone ma si prepara alla visione. Qui, stampe, negativi e vetri affiorano come reperti stratificati: immagini, graffi, cancellature, impronte di dita, un intreccio in cui il tempo è parte dell’opera. Il fulcro è l’Archivio fotografico, indagato come un sito archeologico da cui estrarre e ri-mediare iconografie. Di Noto sposta l’attenzione sugli strumenti che hanno costruito lo sguardo: la maschera fotografica - quel bordo nero che isola l’oggetto - da tecnica “neutra” diventa gesto critico. Evidenzia e rimuove, rivela e occulta, disegnando il confine mobile fra documento e invenzione. Il risultato è una serie di immagini che ragionano sul potere selettivo delle istituzioni, su ciò che entra nel racconto e ciò che resta ai margini. Affidare ad un artista la lettura del patrimonio nascosto significa accettare che né archeologia né fotografia siano mai innocenti: entrambe scelgono, montano, costruiscono senso. In questa ambiguità fertile, Hidden Collections trasforma l’invisibile in materia viva, invitandoci a ripensare la memoria non come archivio chiuso, ma come processo aperto, continuamente riscrivibile.
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