Opere che parlano di migrazioni, spiritualità, memorie stratificate e relazioni invisibili: la mostra curata da Zong Han si apre a Shanghai come riflessione corale sulle dinamiche del Sud-Est asiatico. Tra porti, fiumi e alture, l’arcipelago diventa struttura storica e simbolica, non semplice metafora. Artisti come Kawayan de Guia, Tia-Thuy Nguyen e Jakkai Siributr esplorano narrazioni intrecciate, materiali sedimentati e mitologie personali. La seconda parte del progetto, allestita presso Bao Room, nel cuore della ex Concessione Francese, si concentra sull’entroterra, su ciò che pulsa sotto la superficie: spiritualità, corpi, storia. Così si costruisce una geografia altra, fatta non di confini ma di connessioni.
Luce, rivoluzione e pittura: l’Impressionismo arriva a Shanghai
A Shanghai arriva l’Impressionismo con capolavori di Monet, Renoir, Degas e Van Gogh: un viaggio visivo nella rivoluzione artistica che ha inventato la modernità.
Tan Tian: l’Occidente come specchio dell’identità cinese
Tan Tian usa l’Occidente come specchio per interrogare l’identità cinese, sfidando i confini culturali con un’arte che invita al dubbio, all’empatia e al pensiero critico.
Un viaggio nell’opera di Álvaro Siza, Maestro dell’architettura contemporanea, dove il disegno incontra la luce, lo spazio si fa racconto e ogni progetto nasce dal dialogo con il luogo.