L’arte che resiste all’oblio digitale

L’arte che resiste all’oblio digitale
#Exhibitions
The Aura River — We Will Eventually Reach the Sea | Courtesy Bluerider ART Shanghai · The Bund

The Aura River non è solo una mostra: è un viaggio controcorrente nell’epoca delle immagini infinite e immediate. Dove lo scroll annulla la profondità, ventisette artisti nati dopo il 1985 provano a restituire all’arte ciò che Walter Benjamin chiamava Aura: quella distanza misteriosa che lega un’opera al suo tempo, al suo spazio e allo sguardo di chi la incontra. I lavori in mostra - dipinti, sculture, inchiostri e installazioni - sembrano frammenti incandescenti sospinti da un fiume. Alcuni emergono come ricordi imprigionati nella materia, altri trasformano gesti tradizionali in linguaggi contemporanei, tutti accomunati dalla volontà di sottrarre l’immagine alla smaterializzazione dello schermo. Qui l’arte non è oggetto passivo, ma campo di esperienza: ogni opera è una corrente che cattura la memoria, la luce, la distanza. Il visitatore non guarda soltanto: attraversa, tocca con gli occhi, si lascia trasportare. In questo flusso, l’Aura riaffiora come promessa di una presenza autentica, rara, irripetibile.
Viola Canova - © 2025 ARTE.it per Bvlgari Hotel Shanghai