La prospettiva di Djojo sull'ignoto

La prospettiva di Djojo sull'ignoto
#Art

L’aerografo è un piccolo strumento portatile collegato ad una bomboletta di aria compressa che spruzza la vernice in modo controllato donando alla colorazione una superficie uniforme e continua. È anche la tecnica preferita di Aryo Toh Djojo un artista che ha studiato all'Art Center College of Design di Pasadena e che utilizza l'aerografia come aspetto centrale del suo processo creativo, incorporando abilmente principi di design, come la prospettiva visiva, la teoria del colore e l'esame degli elementi formali dell'arte, per sperimentare e modellare i suoi dipinti. Gran parte della sua opera è situata all'interno del tessuto urbano di Los Angeles, in risonanza con le distinte sottoculture della metropoli californiana, ma Aryo Toh Djojo afferma di trarre ispirazione da artisti del calibro di Gerhard Richter, Vija Celmins, Ed Ruscha, John Baldessari e Richard Prince. Utilizzando di proposito l'affascinante estetica borderline kitsch di foto di film, manifesti pubblicitari e altri modi seducenti di rappresentare la vita reale, i lavori in mostra promettono di lasciare gli spettatori a chiedersi se stiano osservando una fotografia sfocata o condividendo quel momento oscuro in cui la coscienza dell’artista converge con il suo subconscio dando forma ad una rappresentazione irreale, magica, quasi sospesa, dove il tempo e lo spazio prendono forma in un nuovo luogo sconosciuto e misterioso.
Paolo Mastazza - © 2023 ARTE.it per Bulgari Hotel Tokyo