L'arte dell'ospitalità giapponese

L'arte dell'ospitalità giapponese
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Karaori, Disegno di un motivo ondulato astratto (seigaiha), Erba di bambù, fiori di prugna e fiori di ciliegio su uno sfondo di blocchi alternati di rosso-arancio, bianco e verde, Periodo Edo, XVIII secolo | Courtesy © Sen-Oku Hakukokan Museum Tokyo

La mostra The Beauty of Hospitality: Gatherings of Noh and Tea, in programma al Sen-Oku Hakukokan Museum di Tokyo dal 22 novembre al 21 dicembre 2025, esplora l’intreccio tra il teatro Noh e la Cerimonia del tè attraverso la raffinata tradizione di ospitalità della famiglia Sumitomo. L’esposizione presenta circa sessanta opere tra costumi di scena, strumenti teatrali e utensili per il tè appartenuti a Sumitomo Kichizaemon Tomoito, detto Shunsui, quindicesimo capo della casata, che fece dell’arte dell’accoglienza una pratica culturale complessa e colta. L’allestimento ricostruisce l’atmosfera degli incontri promossi da Shunsui, dove il Noh e il Cha no yu non erano semplici intrattenimenti ma occasioni per esercitare la cura del dettaglio e l’attenzione verso l’ospite. Centrale in questo percorso fu la figura di Onishi Ryotaro, attore e collezionista, che collaborò con Shunsui come istruttore e compagno nelle pratiche artistiche e contribuì ad arricchire la raccolta. I registri delle cerimonie riportano utensili selezionati con precisione, riflesso di un gusto che intrecciava estetica e ospitalità. Tra le opere in mostra spiccano costumi di Noh indossati da Shunsui e oggetti utilizzati dai suoi predecessori, insieme a preziosi contenitori per tè decorati in maki-e. I tessuti tinti e le decorazioni metalliche testimoniano la raffinatezza tecnica di una tradizione che fonde arte scenica e rituale quotidiano. Ogni pezzo diventa parte di una forma di comunicazione silenziosa, in cui l’ospitalità si manifesta come espressione estetica e culturale. La rassegna non si limita a presentare oggetti storici, ma invita a riflettere sul significato dell’omo­tenashi, l’ospitalità giapponese intesa come pratica attiva, capace di unire persone, trasmettere valori e creare un’esperienza condivisa. Noh e Cerimonia del tè si rivelano così strumenti attraverso cui la cultura si perpetua, non solo come tradizione ma come gesto quotidiano di bellezza e relazione.
Paolo Mastazza - © 2025 ARTE.it per Bvlgari Hotel Tokyo