Due capolavori fiamminghi riuniti a Tokyo

Due capolavori fiamminghi riuniti a Tokyo
#Exhibitions
Anonimo, La vocazione di Giacomo il Maggiore e Giovanni Evangelista, 1525, Olio su tavola, Groening Museum, Bruges | Foto: Cedric Verhelst / Musea Brugge | Anonimo, La vita di San Giacomo, Olio su tavola, Museo nazionale d'arte occidentale, ex Collezione Matsukata

Al National Museum of Western Art di Tokyo, dal 25 ottobre 2025 al 10 maggio 2026, si tiene una mostra raffinata e concisa che riunisce due preziosi dipinti fiamminghi del primo Cinquecento, un tempo parti di un’unica struttura narrativa oggi dispersa. Intitolata Two Flemish Paintings from Tokyo and Bruges Reunited, l’esposizione offre al pubblico giapponese l’opportunità rara di osservare in dialogo due tavole dipinte da un anonimo Maestro fiammingo intorno al 1525, che raffigurano episodi della vita di San Giacomo Maggiore. Il primo pannello, proveniente dal Groeningemuseum di Bruges, raffigura La chiamata di San Giacomo Maggiore e di San Giovanni Evangelista. In una composizione ariosa e misurata, l’artista coglie il momento in cui Cristo invita i due fratelli, pescatori, a seguirlo. La tavola colpisce per la vivacità cromatica, l’attenzione ai dettagli dei costumi e il paesaggio fluviale sullo sfondo, tipico della scuola fiamminga. L’altra opera, conservata nella collezione permanente del museo di Tokyo e appartenente all’ex Collezione Matsukata, narra diversi episodi della vita di San Giacomo, probabilmente ispirati alla Legenda Aurea. Vi si riconoscono scene di miracoli, predicazioni e momenti del martirio del santo, racchiusi in un’unica tavola dalla struttura narrativa complessa e ricca di miniature interne. La mostra rappresenta un raro esercizio di filologia visiva, dove l’attenzione si concentra su due sole opere, messe in dialogo per ricostruire idealmente l’unità di un’antica pala smembrata. Al di là del valore storico e artistico dei dipinti, l’evento propone una riflessione sul destino delle opere d’arte europee nel sistema museale globale: la tavola oggi a Tokyo fu acquistata da Kōjirō Matsukata nei primi decenni del Novecento, durante il suo progetto ambizioso di costruire una collezione pubblica di arte occidentale in Giappone. A distanza di quasi un secolo, la mostra celebra simbolicamente il ritorno di un dialogo interrotto, ricomponendo almeno per un momento l’intento narrativo e devozionale dell’opera originale.
Veronica Azzari - © 2025 ARTE.it per Bvlgari Hotel Tokyo