Bao Pei: l’infinito sulla carta

Bao Pei: l’infinito sulla carta
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Where the Butterfly Has Been | Courtesy Whitestone Gallery

Tra le carte fatte a mano e le trame della tempera, l’opera di Bao Pei sembra custodire un paradosso: racchiudere l’infinito dentro superfici finite. La sua nuova mostra a Pechino riunisce lavori realizzati nell’ultimo decennio, dove colore, segni e cancellazioni si sovrappongono in un processo incessante di stratificazione. Ogni immagine appare come un giardino denso e vitale, nato da accumuli e mutazioni. A fare da sfondo ricorrente è la griglia: reticolati a inchiostro attraversati da diagonali che rompono la rigidità della struttura, generando errori e deviazioni capaci di aprire nuove possibilità visive. È proprio nell’errore, osserva l’artista, che si annida la vita, come nella mutazione del DNA. Le sue tele, dunque, non riproducono un ordine statico ma rivelano un dinamismo continuo, un dialogo tra modernismo e differenza. In queste opere materiali le tecniche si moltiplicano: olio, inchiostro, tempera, la stessa luce. Colature, graffi e pressioni trasformano la superficie in organismo vivo. Il risultato è una pittura che non solo evoca la trama culturale e filosofica del passato, ma si apre come una fioritura inattesa, un’immagine della vita nella sua energia inesauribile.
Viola Canova - © 2025 ARTE.it per Bvlgari Hotel Beijing