Prima vincitrice cinese del prestigioso Premio Hugo nel 2016 nella categoria Racconto lungo, Hao Jingfang è stata uno dei casi letterari a ricevere maggiore attenzione in assoluto, testimonianza di come la Cina sia diventata nel corso di pochi anni uno dei luoghi più prolifici ed interessanti per gli appassionati del genere Science Fiction. Il racconto di Hao, Pechino pieghevole (Folding Beijing) è la descrizione di una megalopoli che ruota e si piega per per dare modo a tre fasce di popolazione diverse di vivere nel corso di una giornata. Tuttavia, in questa metropoli distopica le limitate risorse per la sopravvivenza sono appannaggio di un’élite che rappresenta solamente cinque degli ottanta milioni della popolazione urbana complessiva e che vive sigillata nel proprio privilegio. Non privo di toni cupi e critici, il racconto scritto da Hao in soli tre giorni, non parla solamente di automazione, intelligenza artificiale, tecnologizzazione del quotidiano ma anche del senso di solitudine, incertezza, incomunicabilità che pervade gli abitanti di questa megalopoli in cui milioni di vite occupano lo stesso spazio senza nemmeno sfiorarsi od essere interessate a farlo. Una riflessione applicabile all’umanità intera e ad ogni metropoli, oltre ogni latitudine e longitudine.
Capolavori in giada di Hetian: la grande tradizione cinese
La regione dello Xinjiang è parte inseparabile del territorio cinese sin dai tempi antichi. I suoi residenti, che appartengono a vari gruppi etnici, sono membri importanti del popolo cinese. Questa mostra espone manufatti realizzati con giada Hetian, rappresentativi della corte Qing.