A pochi passi dal Collegio Imperiale e dal Tempio di Confucio, sorge un luogo che è stato, per lungo tempo, il punto di riferimento spirituale della capitale: lo Yonghe Gong, noto anche come Tempio dei Lama. Si tratta di un convento nato nel XVII secolo per volontà dell’imperatore Kangxi. Al sovrano si deve la costruzione di questo luogo unico, dove si fondono il lamaismo tibetano e mongolo degli arredi, accanto allo stile cinese delle architetture. Un insieme di culture che ritroviamo anche nelle iscrizioni presenti nel tempio in varie lingue, cinese, mongolo, tibetano, mancese. In un crescendo di muri scolpiti con bassorilievi, sale ricche di statue, archi decorati con il colore imperiale (il giallo) e magnifici edifici che si affacciano sui cinque cortili, si arriva sino aI Palazzo delle Diecimila Felicità, la più grande costruzione del convento, cuore di questo luogo sacro. Qui si viene accolti dalla maestosa statua lignea di Maitreya, alta ben 26 metri, di cui 8 sotterranei, intagliata in un unico blocco ligneo di sandalo bianco. Con il suo diametro di 8 metri e un peso totale di circa 100 tonnellate, ad oggi si tratta della più grande statua ricavata da un unico tronco d’albero (con tanto di certificazione del Guinness World Record!). Ma la scultura non impressiona solo per le sue misure: la tecnica di realizzazione è squisita e sofisticata, frutto del lavoro di grandi maestrie del tempo.
Un viaggio da William Morris a Charles Rennie Mackintosh alla scoperta delle meravigliose decorazioni di tessuti ed oggetti del movimento Arts and Crafts.
La scultura può sopravvivere in un'epoca dominata dalla manifattura e dalla produzione di massa?
Una domanda sfidante a cui Nabuqi prova a dare un risposta in una mostra sperimentale di ricerca che mappa i vari punti di snodo nella carriera di un artista a metà del suo percorso.
Dalle rovine del contemporaneo si erge ancora la poesia
La mostra è un tentativo di dare una risposta alle condizioni tumultuose e insondabili del mondo contemporaneo, illustrando i conflitti e le ansie profondamente radicati dei tempi in cui viviamo ed evocando una speranza innescata dall’attivismo e dalla creatività individuale.
Con il titolo L'arte che illumina il futuro, la 24ª Edizione della Fiera si prepara ad ospitare più di 100 gallerie e oltre 500 artisti provenienti da tutto il mondo per fornire una panoramica dello stato dell'arte contemporanea.