Tra identità e soglia, la pittura di Darvish

Tra identità e soglia, la pittura di Darvish
#Art
Darvish, Cape Code, 2025 | Courtesy © Darvish

La pittura di Darvish nasce in uno spazio di tensione, tra appartenenze culturali diverse e stati emotivi in costante trasformazione. Nato a Teheran e cresciuto tra Iran, Stati Uniti ed Europa, l’artista ha costruito una ricerca che riflette una condizione di attraversamento permanente, in cui identità, memoria e spiritualità convivono senza mai stabilizzarsi del tutto. La sua formazione occidentale, maturata tra Boston e Londra, dialoga apertamente con un immaginario radicato nella tradizione persiana e nel pensiero sufi, ma filtrato attraverso uno sguardo critico e contemporaneo. La pittura di Darvish è attratta dal gesto e dalla sua possibile negazione. Alle stratificazioni dense dell’olio su tela si affiancano spesso azioni di cancellazione, abrasione, intervento fisico, come se ogni immagine fosse destinata ad essere messa in discussione. I volti, i paesaggi e le figure che emergono dalle sue opere sembrano sospesi, instabili, colti in una fase intermedia tra apparizione e dissoluzione. È in questa instabilità che si concentra il senso del suo lavoro, lontano dalla narrazione lineare e vicino ad una dimensione meditativa, a tratti inquieta. Con Between States Darvish prosegue questa indagine sullo stare “tra”, inteso non solo come condizione geografica o politica, ma come stato mentale ed esistenziale. Le nuove opere presentate in mostra approfondiscono il tema della soglia, dell’identità non risolta, della tensione tra ordine e caos. Ad emergere è una pittura che non cerca risposte definitive, ma accetta la complessità del presente e la trasforma in materia visiva, affidando allo spettatore il compito di abitare, a sua volta, quello spazio intermedio.
Paolo Mastazza - © 2025 ARTE.it per Bvlgari Resort Dubai